Tecnologia

Facebook e Twitter integrano un loro browser per internet

Facebook e Twitter integrano un loro browser per internet

Le applicazioni per smartphone e tablet, dei due social network più consultati al mondo, consentono di condividere, negli aggiornamenti di stato, collegamenti che rimandano ad altri siti o a pagine web esterni alla loro piattaforma.

Fino a qualche mese fa, quando qualcuno cliccava sui link presenti nei post, per continuare l’approfondimento della notizia, entrambe le applicazioni, aprivano automaticamente un browser esterno per caricare la pagina web collegata.

Con i recenti aggiornamenti delle app di Twitter e Facebook gli utenti troveranno implementato, direttamente all’interno dell’applicazione, un distinto browser, con cui decidere di consultare il collegamento cliccato.

La reale strategia che si nasconde dietro questa che sembra una funzione atta a semplificare l’esperienza d’uso delle app di proprietà di Dick Costolo (CEO di Twitter) e di Mark Zuckerberg (Direttore, Amministratore e co-fondatore di Facebook) è dettata dal loro rispettivo interesse di mantenere all’interno dell’app l’utente, in modo da raccogliere dati statistici sul suo comportamento di navigazione. Ogni statistica, come tempo di permanenza su una pagina web, collegamento da cui si proviene, o collegamento sul quale si prosegue la lettura, fornisce preziose informazioni che da un lato le aziende possono utilizzare per migliorare l’efficacia di proporre link di un certo argomento sul profilo o sulla bacheca di un utente, ma anche di rivendere queste informazioni ai propri inserzionisti, per trasformare l’aggregazione dei dati sociodemograrfici dei profili con i comportamenti d’uso, in annunci pubblicitari dai contenuti mirati, che verranno proposti di volta in volta agli utenti.

L’app di Facebook riesce, tenendo traccia dell’utilizzo, ad anticipare preventivamente il caricamento di alcune pagine web, o di filimati, che immagina l’utente cliccherà durante la consultazione della propria bacheca. Ma a questa caratteristica, che potrebbe sembrare una comodità, si affianca la limitatezza delle capacità di visualizzazione di questi “mini-browser”, che di contro non riescono a visualizzare adeguatamente pagine web, con una formattazione molto articolata, o pienda di contenuti video, o banner pubblicitari.

All’utente è quindi lasciata la possibilità di disabilitare questa funzione nelle impostazioni di configurazione delle applicazioni, così da ripristinare la possibilità di aprire i collegamenti con il browser predefinito nel dispositivo.

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