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Le tasse sulla casa sono incostituzionali. E adesso che farà il governo Renzi?

Sorpresa: è stato dimostrato che le tasse sulla casa (almeno sulla prima) sono illegittime e anticostituzionali. La tesi ormai dimostrata e sostenuta da numerosi giuristi rischia di far saltare l’intero sistema di tassazione italiano. Eppure non serviva un genio per scoprire che le tasse sulla casa sono illegittime: c’è scritto nientemeno che nella Costituzione italiana.

A partire dall’art. 2 Cost. che dispone: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà  politica, economica e sociale”.

La Costituzione sancisce che “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. E protegge la famiglia naturale:

Art. 31 Cost.: “La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi con particolare riguardo alle famiglie numerose”.

Inoltre ribadisce che “La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti” (art. 42 Cost.) e che “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme” (art. 47 Cost.).

Eppure nel caso delle tasse sulla casa si sta verificando un vero e proprio esproprio di Stato sulla proprietà privata dei cittadini. Provate a pensarci: chiunque voglia acquistare una casa lo fa con denaro accumulato con sacrifici importanti, attraverso il proprio lavoro (ovvero attraverso redditi già tassati in partenza) che spesso si abbinano alla stipula di mutui bancari e dunque con la contrazione di ingenti debiti. Come se non bastasse, al momento dell’acquisto il cittadino deve sobbarcarsi un ulteriore carico fiscale notevole (vedi al capitolo imposte di registro e ipotecarie) e da questo momento in poi cominciare a sborsare altre tasse (vedi alla voce IMU, TASI, ecc. ecc.).

A conti fatti nell’arco di una vita un cittadino avrà corrisposto all’erario più del valore del bene immobile stesso. In pratica un esproprio di Stato, alla faccia della Costituzione.

Ma c’è di più: le tasse sulla casa violano anche l’art. 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, laddove dispone che: “Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari, ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà”.

Possibile che nessuno dei Governi e dei Parlamenti che si sono succeduti in Italia negli ultimi decenni si sia accorto di queste violazioni? Forse ci sono tutti i presupposti per procedere, anche penalmente, contro chi ha promulgato leggi che prefigurano un grave reato contro la Costituzione italiana.

Il motivo per cui la politica ha fatto finta di niente finora è semplice: dalle tasse sulla casa lo Stato incamera oltre 50 miliardi di euro l’anno. Sottratti illegittimamente dalle tasche degli italiani. Adesso bisognerà trovare un altro modo per reperirli. E che sia legale, stavolta.

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