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La conversazione: dal digitale al reale

Internet ed i social network stanno contribuendo a cambiare il modo di comunicare delle persone e con l’evoluzione tecnologica dei media, che diventano sempre più dei dispositivi personali portatili, questo processo di evoluzione sta avvenendo in maniera sempre più repentina.


I modelli della comunicazione non sono variati, ma a cambiare sono le forme del linguaggio, che adattandosi a trasmissioni asincrone (email, chat, social network, ecc), o sincrone (instant messaging, skype, whatsapp, ecc), crea neologismi o acronimi, imponendo che vi sia un codice condiviso fra mittente e destinatario per potersi comprendere.
I modi di interagire con gli strumenti tecnologici che ci fanno comunicare a distanza, i modi di comandarne il funzionamento, hanno invece modificato i modelli di comunicazione uomo-macchina, che si adattano inevitabilmente alle nuove interfacce grafiche dei sistemi operativi, ai nuovi schermi touch. Ed in un’epoca in cui tablet, smartphone, computer, si comandano con gesti delle dita cambiano anche le forme di apprendimento dei nuovi nati, definiti di rimando “nativi digitali”.
Questi processi evolutivi stanno modificando anche i comportamenti sociali, da cui derivano nuovi modelli di società civile, nuove norme e leggi che ne regolano la vita in gruppo, nuove forme di giornalismo e di fare informazione.
In questo contesto vi è anche una forte incertezza sulla veridicità delle fonti e la validità delle notizie, che si leggono sui diversi media digitali (Twitter, Facebook, Youreporter, Youtube, ecc). Vi è quasi una deregolamentazione, che porterà i giornalisti a dover trovare nuovi equilibri ed i giornali a dover fornire approfondimenti, che rendano l’informazione ad un livello “serio”, così da continuare a soddisfare l’interesse di quelle fasce di lettori, che non si accontentano delle news ribattute dai conosenti sui canali social.

Oramai tutti sono produttori di informazione. Direttamente dai propri smartphone, ognuno può produrre notizie e filmati, ma la natura delle conversazioni resta quella di discussioni da piazza, da bar. I media tradizionali, stampa, televisione e radio, hanno spostato correttamente parte dei loro investimenti sul web, per rafforzare la loro presenza di voci competenti, anche nelle agorà virtuali dei social network.

Con questa crescente presenza di fonti di informazioni accreditate nei social, si è anche rilevato un altro comportamento delle persone che li frequentano, in particolare i giovani, che continuano a preferire in questi ambienti, la comunicazione semplice e diretta fra la gente.
Per attirare la loro attenzione si vedono sempre più espedienti come video virali, inforgrafiche, titoli provocatori ed eglatanti che invogliano gli utenti a cliccare sui collegamenti che portano ai siti delle fonti, dove la presenza di utenti si traduce in potenziali fruitori di messaggi pubblicitari.

Nuovo interesse trovano in queste situazioni i generi di informazione che danno consigli pratici o tutorial , i siti di ricette di cucina, le riviste femminili o per l’infanzia.

Le reti sociali stanno trasponendo in digitale il consiglio degli amici e l’uniformarsi ai comportamenti del gruppo, per consultare fonti mediatiche, che per risultare attrattive devono legare il divertimento all’utilità di portare alla conoscenza dei lettori, informazioni utili per la propria vita, anche volte a sviluppare il senso di critica e di giudizio, attraverso la conversazione che ne deriverà,  che non resterà confinata nelle reti sociali virtuali, ma per la natura stessa dell’uomo sarà inevitabilemente ripresa nelle dinamiche sociali del vivere quotidiano.

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