sicurezza

Hacking Team subisce un attacco informatico senza precedenti

Una notizia passata sotto tono, in un breve comunicato stampa, diffuso da un’azienda informatica, fino ad oggi ignota ai più, che fa in effetti tremar le vene ai polsi agli esperti di sicurezza di tutto il mondo.

Stiamo parlando dell’azienda Hacking Team, l’azienda di Milano, che produce i software-spia usati dai servizi segreti italiani, e venduti anche ad altri Paesi, che il 6 luglio scorso ha ammesso di aver perso la sicurezza dei propri sistemi informatici, su cui sono presenti dati dei clienti e codice sorgente dei software.

Questa la dichiarazione rilasciata dall’Hacking Team: “Abbiamo perso la capacità di controllare chi utilizza la nostra tecnologia. Terroristi, estorsori ed altri possono implementarla a volontà. Crediamo sia una situazione estremamente pericolosa, è oramai evidente che esiste una grave minaccia. Stiamo valutando se è possibile contenere i danni. Prima dell’attacco potevamo controllare chi aveva accesso alla nostra tecnologia. Ora, a causa del lavoro di criminali, abbiamo perso la capacità di controllare chi la utilizza. I nostri ingegneri lavorano a ritmo serrato per aggiornare il nostro software Remote Control System che permette ai clienti di avere informazioni di intelligence e su criminali. I nostri clienti hanno sospeso l’uso di questo sistema che è stato compromesso dall’attacco. E’ un passo importante per proteggere informazioni investigative e di polizia.”

Mentre la Procura di Milano attende una relazione da Hacking Team, è in corso un’ispezione del Garante della Privacy e della polizia postale nella sede milanese dell’azienda per verificare i danni subiti, le modalità dell’attacco e le informazioni effettivamente a rischio.

Da prime indiscrezioni sembra un attacco in puro stile Anonymous, o comunque fatto da hacker non certo dilettanti. Nel 2013 Reporters Sans Frontiérs aveva annoverato Hacking Team tra i “nemici di internet” per aver venduto i suoi software di controllo remoto a governi i cui regimi sono considerati repressivi.

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